Testo aggiornato al 10 febbraio 2022

APPELLO AI PARLAMENTARI

Oggetto: ABOLIZIONE DEL CANONE RAI.

Riferimento: comunicato stampa https://www.aduc.it/articolo/rai+sanremo+informazione+canone+come+violato_33948.php

Firenze, 6 febbraio 2022 – Onorevole, quanto pubblicato nel comunicato stampa in allegato è sacrosanto ma aggiungiamo la nostra istanza L’ABOLIZIONE DELLA IMPOSTA SULLA DETENZIONE DI APPARECCHI ATTI O ADATTABILI ALLA RICEZIONE DI RADIOAUDIZIONI TELEVISIVE perché a nostro parere la di RAI di oggi:

  1. si avvale, tramite la suddetta imposta, in un prelievo coattivo di ricchezza dal contribuente volto a finanziare i servizi pubblici generali, non in modo proporzionale al suo reddito;
  2. gli introiti che le pervengono dalle pubblicità sono sufficienti a garantirne la gestione;
  3. non svolge più un servizio pubblico di informazione essendo la vera informazione, quella tecnica dell’Italia che funziona, dei lavori conclusi della migliaia di nostri ricercatori e apprezzati in tutto il mondo, del teatro ormai eliminato dal tempo riservato alle telenovela nostrali e straniere, le informazioni veramente di servizio che si contano sulle dita e per fare un esempio positivo ISORADIO e qualche canale televisivo che però, essendo specifico, non raggiunge la maggior parte degli italiani impedendo così lo sviluppo dei loro interessi;
  4. è l’antitesi della comunicazione televisiva che fu gestita da Bernabei, che non vedevamo come vecchia e che ora appare come innovativa, progressista visto che nel palinsesto erano presenti l’informazione, l’educazione, lo spettacolo principale serale che iniziava e terminava in orario utile a conciliare il divertimento e il riposo, tribune politiche suddividendo opportunamente i tempi di intervento e dove gli interventi non veniva disturbati e turbati dai partecipanti eccetera;
  5. è diventata necrofila perché anche un incidente stradale che avviene nell’altro capo del mondo gli viene dato spazio nei telegiornali, dimenticandosi invece delle migliaia di morti e feriti che ogni anno registriamo sulle strade italiane. Necrofila perché i casi di cronaca nera locale sovrastano e imperversano in ogni trasmissione dando spazio ai criminali e dimenticando invece i rischi corsi dalle Forze dell’Ordine per assicurarli alla giustizia. Necrofila perché piena di programmi trash con personaggi fissi e invitati che, con un realismo esasperato e/o da attori, fanno scadere nel tragico, nel grottesco e nel ridicolo situazioni che dovrebbero rimanere nella cronaca locale;
  6. le pubblicità sono continue, spezzettando in modo micidiale un programma. Non solo, ma quando ci sono le pubblicità il volume si alza da solo. Non solo, se cambi canale, per scansare la pubblicità e vai su una televisione privata, guarda caso, trovi altra pubblicità e questo non deve accadere perché evidenzierebbe che vi è un accordo per far subire al telespettatore una pubblicità;
  7. è ormai la “copia conforme” delle altri reti private televisive alle quali NON dobbiamo versare alcun obolo;
  8. ai lettori di questa istanza aggiungere altri punti anche se basterebbero questi a farvi decidere.

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6 febbraio 2022 COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC

http://www.aduc.it 336672969 ufficiostampa@aduc.it

https://www.aduc.it/articolo/rai+sanremo+informazione+canone+come+violato_33948.php

RAI, SANREMO, INFORMAZIONE, CANONE… COME È VIOLATO IL DIRITTO ALLA CONOSCENZA

Finito il bagno dello spettacolo di Stato che ha fatto distrarre parte degli italiani dai problemi reali, crediamo sia necessario porre con maggiore insistenza una domanda che ci facciamo da tempo ma che ha sempre trovato muri di gomma: perché dobbiamo pagare per informazione e intrattenimento di Stato che, indipendentemente dal valore culturale che ognuno può dare, sono quelli di un’azienda pubblica che si afferma sul mercato abusando della propria posizione dominante, compromettendo i valori del mercato pubblicitario che, se per essa sono un di più oltre al canone/imposta, per le sue concorrenti sono unica fonte di ingressi…. Azienda che viola il diritto alla conoscenza?

La presidente della Rai, Marinella Soldi, oggi ha giustamente diffuso note di soddisfazione per lo share delle serate del festival di Sanremo, come successo della sua gestione. Valorizzando le richieste che l’ad Carlo Fuortes fa tutti i giorni al suo datore di lavoro (i partiti parlamentari) per aumento ed estensione del canone. È quindi possibile che, sull’onda di questo tipo di successo, noi contribuenti ci ritroveremo a sborsare di più: non solo l’aumento rispetto agli attuali 90 euro, ma anche l’obbligo di pagamento per il possesso di tutti i device con cui ci colleghiamo alla Rete.

COME STATO/RAI VIOLA IL DIRITTO ALLA CONOSCENZA

C’è a chi Sanremo piace, come c’è (forse meno) a chi piacciono i vari tg proprio perché bollettini del regime dei partiti. E’ questo buon motivo perché tutti i contribuenti debbano pagare per costoro?

La logica è questa: i contribuenti, che sono anche elettori, votano e mandano in Parlamento chi li rappresenta per far funzionare lo Stato, Rai inclusa. Quindi, chi sceglie (una forbice tra 50 e 60% di chi va a votare, con tendenza al ribasso), lo fa anche per chi non sceglie.

Anno 2022, in un Paese in cui maggioranze e minoranze sono uguali nei diritti di base, dovrebbe essere così anche per il diritto alla conoscenza. Come viene rispettato il diritto di chi non si sintonizza per seguire sanremi e tg dei partiti?

Male, visto che anche questo contribuente paga il canone.

Per questo sarebbe opportuno che il canone lo pagasse solo chi sceglie di vedere sanremi e tg dei partiti (tipo tv on demand) perché, altrimenti, in ambito di diritto alla conoscenza… non si tratterebbe di diritto ma obbligo ad una certa conoscenza. Obbligato che, pagando il canone, avrebbe meno disponibilità economica per poter attuare il proprio diritto alla conoscenza. Un contribuente di serie B per il solo fatto che non gradisce sanremi e tg dei partiti.

Qui il canale web di Aduc sul canone Rai: https://tlc.aduc.it/rai/

François-Marie Arouet, Aduc

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Dalla Puglia

la soluzione

ottimale

Radio Idea

La soluzione è semplice: eliminare l’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive e far diventare i canali RAI Play Per View (PPV). In questo modo l’utente potrà decidere se vorrà pagare una abbonamento per vedere le trasmissioni. In sintesi, adeguare la RAI a tutte le altre piattaforme come Amazon, Netflix, Sky, Mediaset Premium eccetera. Con questa soluzione si eliminerebbero i vari contenziosi e avremmo una vera concorrenza e, quindi, programmi di migliore qualità.

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Confidando di leggere un vostro intervento diretto al Governo per ottenere l’abolizione della imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive, vi salutiamo.

Pier Luigi Ciolli

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

APPELLO AI CITTADINI

Anche uno può fare la differenza, quindi:

  • sollecita via mail i parlamentari (in www.insiemeinazione.com trovi le loro mail e/o le loro PEC);
  • rilancia i documenti a quanti hai in rubrica mail e nei social.
  • inFORMA sempre con il pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà, facendo propri i seguenti motti: per aspera ad astra (attraverso le asperità sino alle stelle) e

vitam impendere vero (dedicare la vita alla verità)

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