POSTE ITALIANE SpA, FAR CASSA AUMENTANDO AGLI COSTI AGLI UTENTI

di Pier Luigi Ciolli

Occorre che gli italiani, il Governo e i parlamentari prendano atto e intervengano perché sono anni che le Poste Italiane SpA, pur essendo di proprietà dei cittadini (lo Stato italiano, tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è l’azionista di maggioranza, detenendo circa il 60% del capitale sociale) si comportano come una società privata per far cassa, sfruttando la capillarità delle loro agenzie sul territorio e il fatto che la maggioranza degli italiani crede ancora che sia un servizio pubblico mirato al bene comune.

Lo abbiamo visto nel tempo quando hanno aumentato ogni anno il costo dei servizi e diminuiscono i postini e gli operatori agli sportelli. Lo abbiamo visto perché hanno trasformato le agenzie in punti vendita di beni e servizi che nulla hanno a che fare con il servizio postale per il quale erano nate e come Stato le abbiamo finanziate.

A spiegare bene l’attuale gli ultimi salassi a carico dei cittadini da parte di Poste Italiane SpA c’è il comunicato stampa dell’ADUC e l’articolo di Trend online qui riprodotti.

L’articolo dell’ADUC evidenzia come per far cassa le salassano i cittadini meno evoluti, molto spesso anziani, che non è il massimo dell’etica per una società dove la maggioranza degli azioni sono proprio i cittadini. Mentre l’articolo di Trend online evidenzia come la raccolta nei conti correnti postali delle imprese riceverà lo stesso micidiale prelievo attivato dalle banche a causa del prelievo da parte dellla BCE.

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COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

http://www.aduc.itufficiostampa@aduc.it

3 novembre 2021

Spid, alle Poste l’identificazione è diventata a pagamento. Penalizzati i più deboli

Tra i suoi tanti effetti, in maggioranza purtroppo negativi, la pandemia ha portato ad una “digitalizzazione di massa” che sarebbe ugualmente avvenuta ma in tempi molto più lunghi. L’essere costretti in casa ha accelerato le grandi e piccole “transizioni digitali” di aziende e cittadini. Tra le principali conseguenze si registra l’abnorme numero di attivazioni di credenziali Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, ossia un’identità digitale che consente di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati aderenti. Basti pensare che durante il primo lockdown, quello di marzo-aprile 2020, sono state attivate quasi un milione di identità digitali tramite Spid.

Il principale gestore di identità Spid, per motivi di notorietà del marchio e soprattutto presenza capillare sul territorio, è Poste Italiane. Per ottenere lo Spid presso le Poste è possibile fare tutto allo sportello oppure online, in questo caso eventualmente facendosi poi identificare allo sportello. Ed è su questo ultimo aspetto che abbiamo appreso una cattiva notizia: l’identificazione presso gli sportelli di Poste Italiane, fino a poco tempo fa gratuita, è divenuta a pagamento con una tariffa di dodici euro.

Non è obbligatorio farsi identificare allo sportello. Le Poste, infatti, lo consentono in varie modalità. SMS su cellulare certificato associato ad un prodotto Bancoposta o Postepay Lettore Bancoposta e carta Postamat Carta d’Identità Elettronica con PIN Carta d’Identità Elettronica senza PIN Carta Nazionale dei Servizi attiva con PIN Passaporto Elettronico Bonifico da un conto corrente a te intestato Firma Digitale Identificazione presso uno sportello pubblico. Tutti questi metodi presentano difficoltà per chi non è cliente BancoPosta come pure a chi non possiede o non sa usare un computer, un tablet o uno smartphone. È possibile l’identificazione presso uno sportello pubblico, dove però occorre la marca da bollo di sedici euro oltre al pagamento dei diritti di segreteria. La conseguenza di tutto ciò, per una persona poco pratica con le odierne tecnologie e che non ha modo di farsi aiutare, è l’essere costretta a pagare dodici euro in agenzia postale. Esistono altri gestori di identità Spid, ma specie nei piccoli centri è complicato, ed a volte impossibile, avvalersene.

La decisione di Poste Italiane, seppur legittima, appare un modo per raggranellare un po’ di incassi facendo leva sul pubblico meno evoluto e molto spesso anziano. Non propriamente il massimo dell’etica. Anna D’Antuono, legale, consulente Aduc

https://www.aduc.it/comunicato/spid+alle+poste+identificazione+diventata+pagamento_33435.php

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Trend online – www.trend-online.com

1 novembre 2021

Conto corrente: brutta notizia per i clienti Poste Italiane

Conto corrente: tassi azzerati. La liquidità ferma diventa un lusso.

Questo è il risultato della decisione presa dalla BCE 7 anni fa, di portare sotto lo zero la remunerazione sui depositi.

La misura è applicata dallo scorso 15 settembre 2021.

Conto corrente: brutta notizia per i clienti Poste Italiane | Trend Online (trend-online.com)

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EROGAZIONE ACQUA: IL PUNTO SU ADDEBITI RETROATTIVI

L’erogazione dell’acqua potabile è una risorsa strategica e indispensabile quotidianamente ai cittadini e non deve essere gestita da Società partecipate ma da una pubblica amministrazione. Ciò per evitare quanto segue, cioè, costringere i cittadini a dover investire la macchina della Giustizia con i conseguenti oneri.

A seguire, grazie agli aggiornamenti degli addetti a www.StudioCataldi.it l’articolo che ci aggiorna sulla sentenza inerente i conguagli tariffari illegittimi – Bolletta acqua con conguagli tariffari? Per la Cassazione sono illegittimi https://www.studiocataldi.it/articoli/43068-bolletta-acqua-con-conguagli-tariffari-in-fattura-per-la-cassazione-sono-illegittimi.asp#ixzz7B2484qrS .

Bolletta acqua con conguagli tariffari? Per la Cassazione sono illegittimi

26 ottobre 2021. La Cassazione ha riconosciuto per la prima volta l’illegittimità delle partite pregresse, ossia dei conguagli tariffari nelle bollette.

Cosa sono le partite pregresse

Le “partite pregresse” sono conguagli tariffari approvati dai vari gestori dopo la delibera 643/2013 dell’allora Aeegsi (Autorità per l’Energia Elettrica Gas e Sistema Idrico – oggi Arera -) che dava la possibilità alle Autorità di Ambito e ai vari gestori di prevedere retroattivamente detti conguagli, spalmati per gli anni successivi fino ad arrivare al 2022.

Da quel momento, sono comparse in bolletta le voci “partite pregresse”, importi non elevati ma sgraditi agli utenti perché costretti a pagare dei conguagli tariffari spettanti, secondo la delibera del 2013, ai gestori per il periodo precedente al trasferimento delle competenze del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) all’Autorità.

Conguaglio recupero tariffario in bolletta: la vicenda processuale

La pronuncia della Corte di Cassazione (sezione III, ordinanza n. 17959/2021), scaturisce dalla protesta di un utente che si è ritrovato in bolletta un addebito extra di 53,05 euro sotto la voce “per conguagli recuperi tariffari 2009-2011”. La società che gestisce il servizio idrico integrato giustificava l’operato in virtù della Delibera dell’allora Autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico-AEEGSI 643/2013/R/idr.

Il Giudice di Pace, accogliendo il ricorso del consumatore, ha interpretato il conguaglio come una rimodulazione con effetti retroattivi non ammessa da alcuna normativa di settore né da previsioni contrattuali Anche in sede di appello, il Tribunale di La Spezia confermava le ragioni del consumatore ritenendo che la modalità di recupero per compensare i mancati ricavi di anni pregressi fosse in palese contrasto con il principio di irretroattività delle tariffe vigente in materia, facendo illegittimamente retroagire gli effetti della Delibera del 2014.

Il principio affermato dalla Cassazione

La società fornitrice ricorreva altresì all’ultimo grado di giudizio, ma anche la Corte di Cassazione ribadiva l’illegittimità dei conguagli regolatori ritenendo che, la Delibera ARERA, in quanto provvedimento amministrativo, non può porsi in contrasto con la legge e nello specifico con l’art. 11 delle Preleggi, che dispone il principio di irretroattività della legge.

L’importanza della sentenza della Suprema Corte consta nel fatto che la decisione, pur riferendosi al suddetto caso, ha comunque una valenza nazionale, in quanto rileva che nessun atto amministrativo, nel caso in oggetto quello dell’Autorità per l’energia elettrica e il servizio idrico, può avere effetto retroattivo, e di conseguenza qualsiasi richiesta nelle more, è da ritenersi illegittima.

Avv. Antonella Bua avv.antonellabua@libero.it

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COSA FARE?

Come cittadino e come impresa scrivi al Governo e ai parlamentari chiedendo la chiusura e/o uscire da TUTTE LE SOCIETÀ PARTECIPATE (aziende di cui lo Stato, attraverso il ministero dell’economia e finanze, o gli enti locali -regioni, province, comuni- detengono una quota di proprietà. Se la quota è superiore al 50% si tratta di società a controllo pubblico).

Un vero e necessario cambiamento perché sono un costo per noi cittadini, un costo inaccettabile visto che, anche a causa della pandemia, la nostra nazione è in profonda crisi economica e i poveri aumentano di giorno in giorno.

Infatti, le società partecipate in Italia sono oltre 6.000 con quasi 1 milione di dipendenti, quindi, come cittadini stiamo pagando oltre 6.000 Presidenti, Consigli di amministrazione, Collegi sindacali eccetera e non ce lo possiamo permettere.

Non solo, ormai è pacifico che con l’informatizzazione per gestire beni e servizi è economico, etico e facile gestire l’erogazione di beni e servizi con utilizzando i dipendenti pubblici.

Per quanto sopra, se non intervieni OGGI il DOMANI sarà sicuramente peggiore.

Entra con noi in azione, perseguendo il motto per aspera ad astra (attraverso le asperità sino alle stelle)

Aprendo www.insiemeinazione.com per trovare le azioni in corso sia per l’aggiornarti sia per inviarle via mail:

  • al Governo e ai parlamentari (troverai gli elenchi con le loro mail in detta homepage),
  • a tutti coloro che hai in rubrica mail,
  • ai social;

Aprendo www.insiemeinazione.com per leggere il CHI SIAMO e gli obbiettivi che vogliamo raggiungere nonché trovare e compilare il form per registrarsi, in modo da ricevere i documenti appena prodotti e i vari passi per giungere alla costituzione dell’Associazione Nazionale INSIEME in AZIONE. L’Associazione è attualmente in embrione ma è già operativa perché serve subito per essere cittadini che intervengono in modo concreto e trasparente per rappresentare analisi e proposte atte a evitare un grave danno allo sviluppo socioeconomico e alla pace sociale che sono le basi della qualità della vita.

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